Cultura

3 tesori molisani conservati nei musei del mondo

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Altilia, l’acquedotto romano di Isernia, l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, l’Anfiteatro di Larino, le rovine di Venafro e tanti castelli. Quando ci chiedono cosa vedere in Molise tra l’archeologia e la storia di questa terra antichissima ci vengono in mente tantissimi posti bellissimi.

Pochi sanno, però, che in Molise ci sono stati ritrovamenti archeologici di valore inestimabile, che oggi si trovano nei musei più importanti al mondo! Vediamo quali sono.

1. La Tavola Osca al British Museum di Londra

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Tra Agnone e Capracotta, più precisamente in località Fonte del Romito, è stata ritrovata la “Tavola Osca”.
Nel 1848 fu scoperta dal contadino Pietro Tisone mentre arava la terra insieme ai fratelli Saverio e Domenico. Nel 1873 fu venduta al British Museum di Londra dal collezionista Alessandro Castellani.

Si tratta di una lastra di bronzo del III secolo a.C. appartenente ai Sanniti e su cui ci sono incisioni in lingua osca. Il testo inciso parla di rituali in omaggio agli dei e delle caratteristiche del santuario, che al tempo era il tempio di Pietrabbondante.

2. L’Athena di Roccaspromonte al Museo Nazionale di Vienna

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Al Kunsthistorisches Museum di Vienna è esposta la statua di Athena ritrovata nel 1777 nell’attuale frazione di Castropignano.
Sulla sua origine ci sono ancora dubbi: potrebbe essere è frutto di un’operazione classicistica del IV secolo a.C. mentre per altri è stata trasportata da Lucera lungo il tratturo. È composta da due parti saldate fra loro e raffigura la dea Atena.

Anche in questo caso a scoprirla furono dei contadini del luogo, che la consegnarono immediatamente al loro feudatario e da allora subì tanti passaggi di proprietà. Pare sia stata ritrovata insieme ad altri reperti tra cui un altare o la sua base con alcune iscrizioni etrusche, ma fu distrutto dal parroco del paese per motivi religiosi.

La statua fu data in dono al duca De Leto, che a sua volta la donò al vescovo Antonio Gurtler, confessore della regina Maria Carolina, che a sua volta la donò all’ambasciatore austriaco presso il Regno di Napoli Franz Anton von Lamberg Spritzenstein fino ad arrivare al Museo Nazionale di Vienna.

3. L’epigrafe di Lucio Calidio Eroticus al Louvre di Parigi

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Non si conosce con esattezza la storia della sua scoperta ma dal XVII una strana lapide era conservata alla Trinità di Macchia di Isernia, poi a Isernia dove fu trascritta e infine a Napoli. Nel marzo 1901 l’epigrafe entrò a far parte delle collezioni del Musée du Louvre, dopo essere appartenuta, non sappiamo con esattezza per quanto tempo, alla Collezione Bourguignon.

L’epigrafe racconta una storia con protagonista Lucio Calidio Eroticus, che nel periodo della Roma Imperiale si ferma in una taverna e, chiedendo il conto, inizia un dialogo con l’ostessa oggi tradotto così:

L. Calidio Erotico / (ancora) vivo, fece per sé e per Fannia Voluttà. /

[viaggiatore] Oste, facciamo i conti!
[oste] Hai: 1 sestario di vino, pane / per 1 asse, companatico per 2 assi.
[viaggiatore] D’accordo.
[oste] Per la compagnia femminile / 8 assi.
[viaggiatore] E anche questo va bene.
[oste] Fieno / per 2 assi al mulo.
[viaggiatore] Codesto mulo mi manderà in rovina!

Insomma, di tesori e testimonianze archeologiche in Molise ce ne sono stati e ce ne sono ancora oggi tantissimi, spesso sconosciuti. Così di valore da essere esposti nei musei più famosi al mondo!
Nc l putem ripiglià però la prossima volta che vi chiederanno cosa c’è di famoso in Molise saprete cosa rispondere 😉

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